parallax background

Il birrificio

 

Birrificio Gambolò rappresenta l’esito dei percorsi culturali e professionali del mastro birraio Simone Ghiro, che nel 2010 inizia a progettare lo stabilimento sulla scorta delle sue esigenze e dell’esperienza accumulata presso altri micro birrifici


Gli inizi

A monte della scelta di aprire un microbirrificio ci sono oltre dieci anni di homebrewing, corsi di produzione, lezioni sulle tecniche di degustazione, formazione teorica e sperimentazione pratica.
Simone capitalizza al meglio le nozioni acquisite nel tempo e le traduce in un piano aziendale di grande efficacia, tanto da aggiudicarsi un bando di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa) riservato alle start-up innovative. Si arriva così al dicembre del 2012, quando viene inaugurato il laboratorio di via Cimitero 13 a Gambolò: 120 metri quadrati dedicati alla produzione e altri 40 alla sede commerciale.

 

Il presente

Attualmente il birrificio dispone di un impianto composto da tre fermentatori da 10 hl e uno da 20 hl, di una sala cottura, di una cella frigorifera e di una moderna linea di imbottigliamento.

Inoltre le birre possono essere acquistate e assaporate direttamente presso la Tap Room dello stabilimento produttivo, realizzata nel 2017, aperta il venerdì dalle 18 alle 22 e il sabato dalle 17 alle 22.

 

La filosofia

Già a partire dal nome, Birrificio Gambolò ha scelto di esprimere un solido legame con il proprio contesto territoriale. Non un sintomo di chiusura o campanilismo, ma uno strumento di diffusione dell’identità locale nell’ambito del “pensiero globale”, esprimendo valori di sostenibilità, scrupolo produttivo, rispetto per i consumatori.

Ogni birra è realizzata a partire da materie prime rigorosamente selezionate, secondo procedimenti del tutto naturali, senza l’impiego di additivi sintetici e senza il ricorso a sistemi di filtraggio. La carbonazione avviene con il metodo della rifermentazione in bottiglia o in fusto, vale a dire con l’aggiunta di una piccola quantità di zuccheri prima dell’imbottigliamento, così che i lieviti presenti li trasformino in alcool e producano anidride carbonica.